
La fioca luce del mattino inizia a filtrare dalla piccola finestra del seminterrato, perforando l'oscurità con lame dorate. Il cinguettio degli uccelli giunge ovattato, distante, quasi ironico nella sua dolcezza. Ti svegli lentamente, il corpo ancora immerso nel pesante torpore della notte.
Istintivamente, provi a sgranchire le gambe, a girarti di lato. Ma niente. Il tuo corpo non ti obbedisce.

È solo allora che la consapevolezza ti colpisce con la forza di un'ondata di freddo: sei ancora legato.
Apri gli occhi di colpo. Il materasso duro sotto la schiena, le pareti umide della cantina, l'aria densa di odore di legno, polvere e qualcosa di più intimo.
Le corde si stringono intorno ai tuoi polsi e, soprattutto, ai tuoi gomiti, ancora tesi, uniti dietro la schiena in quella posizione crudele che già conosci fin troppo bene. Ti senti vulnerabile, immobile. Il bavaglio preme contro le tue labbra, umide, assorbendo il tuo respiro.

A terra, un po' più in là, la sua gonna strappata è la silenziosa testimonianza della lotta della notte precedente. Un frammento accartocciato del caos che l'ha portata lì.
Il suo cuore batte forte. Non c'è rabbia, né panico. Solo lucidità.
La notte è finita.
E la giornata sarà lunga. Molto lunga.
Il cigolio della porta interruppe il silenzio.
Entrò con passo calmo, la luce del telefono già accesa. Ti lanciò un'occhiata soddisfatta, come chi ritrova un'opera d'arte esattamente dove l'ha lasciata.
"Perfetto", mormorò.
Senza dire altro, scattò qualche foto. Una. Due. Tre. Sempre nella tua direzione: sdraiata, legata, imbavagliata, i capelli scompigliati e quello sguardo illuminato dall'umiliazione.
Poi, naturalmente, lo vedi scrivere sul telefono. Un breve messaggio, accompagnato da una foto.
"Porta le birre. Questo pomeriggio siamo in cantina 😉"

La notifica si attiva.
Sorridi.
Chiudi gli occhi.
La giornata... Sarà molto lunga. Lei si siede accanto a te, ti accarezza il viso e appoggia la testa tra le tue gambe, facendoti sentire il suo pene eretto attraverso i pantaloni. Lo fa apposta, e la tua guancia sente il pene duro, rigido e pulsante del tuo rapitore.

Cerchi di rimanere immobile per non dargli il piacere di strofinarti contro il suo pene, ma è difficile, la tua bocca imbavagliata è appoggiata sulla punta del suo pene, che anche con i pantaloni si solleva ancora di più, facendo cadere una goccia della tua saliva sui suoi pantaloni. L'odore del suo pene ti entra nelle narici, inizi a immaginare il tuo rapitore che ti costringe a succhiarlo, che ti costringe a leccargli tutto il pene, inizi a immaginare il sapore del suo pene, immagini cosa si prova ad averlo tutto in bocca, a sentirlo pulsare sulle labbra, a sentire le vene dilatate sulla lingua. Lui toglie il bavaglio e istintivamente te lo mette tutto in bocca. È molto grande, spesso e pulsante. Succhi di piacere, il suo pene ti riempie tutta la bocca. Lo succhi come se fossi un vitello in attesa che il latte esca e sazi la sua fame. La tua lingua avvolge il glande del tuo rapitore in un abbraccio appassionato, danzando intorno alla punta del suo pene, cercando disperatamente di abbracciarlo completamente. Il tuo rapitore geme a bassa voce, soffocato, ma quando ti alzi, lo vedi svenire dal piacere...
Viene in bocca e ti fa ingoiare tutto il suo, poi si strofina il pene sul tuo viso, costringendoti a succhiargli i testicoli, e tu li succhi delicatamente uno per uno. Poi ti getta da parte e con il resto di ciò che gli è rimasto, viene sul tuo corpo.
Lei ti sbottona lentamente la camicetta, rivelando il seno coperto dal reggiseno. Prende prima il tuo seno destro, se lo mette in bocca, succhiandoti, leccandoti il capezzolo con desiderio, succhiando i tuoi seni morbidi e carnosi. Senti i tuoi seni nella sua bocca, la tua lingua viaggia dalla punta dei capezzoli alla base dei seni. Respiri profondamente, mormorando di piacere. Le mani del tuo rapitore scendono fino a trovare la tua vagina, che è già traboccante di umidità. Ti infila le mani sotto le mutandine e ti strizza la figa, facendola traboccare... Urli di piacere e quasi ti manca il respiro... La tua figa calda e bagnata accoglie con piacere le dita del tuo rapitore che ti penetra violentemente, ma piacevolmente. Urli, spalanchi gli occhi per lo shock, ma presto cadi dal piacere... Con il suo pollice, ti massaggia il suo, facendoti... Ti addormenti e sogni come in un flashback della notte precedente, tu che lasci la festa già un po' pronta, barcollando sui tacchi alti fino all'altro lato della strada per prendere un taxi, quando tutto diventa buio. Poi ti vengono solo immagini vaghe, tu in cantina legata con una specie di "legatura", la risata del tuo rapitore, le sue mani sul tuo culo...
Quando ti svegli di nuovo, eccolo lì alla porta, questa volta con una seconda persona... Cosa ti faranno adesso?